Il settore olivicolo italiano rappresenta una quota importante del mercato mondiale dell’olio, sia per quantità che per qualità. Ma oggi solo il 37% delle aziende risultano competitive. Unaprol e Coldiretti Lazio rilanciano con un’ambiziosa proposta educativa e scelgono Fondazione ITS Agroalimentare ed Evooschool per formare l’EVOlogo, ovvero il “Tecnico Superiore per la valorizzazione e la competitività delle imprese della Filiera Olivicola-Olearia e delle Olive da Tavola”.
L’Italia è un paese a forte vocazione olivicolo-olearia. Produce olio extravergine di oliva di qualità riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Il tessuto delle imprese italiane è formato soprattutto da MPMI che nel settore dell’olio, producono prodotti di eccellenza senza però essere abbastanza competitive né adeguatamente valorizzate. Spesso il piccolo imprenditore è il factotum dell’azienda e deve destreggiarsi tra la produzione, la manutenzione, la gestione ed i vari professionisti a lui collegati. Unaprol e Coldiretti Lazio, hanno voluto investire sulla formazione e creare una nuova figura, l’EVOlogo, che possa supportare i piccoli imprenditori di uno dei settori italiani più importanti. Il corso presentato ufficialmente il 1 luglio 2021 è una grande opportunità sia per il comparto dell’olio sia per l’occupazione giovanile.
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PERCHÈ L’OLIO?
L’Italia è un campione dell’olio d’oliva. Per quantità – la produzione di olio italiana, con una media di circa 320 mila t/anno, rappresenta indicativamente il 15% del totale mondiale – ma soprattutto per qualità, considerata la reputazione a livello internazionale del nostro EVO. Forte di una solida tradizione e di un elevato livello di biodiversità con il maggior numero di cultivar al mondo, l’olio italiano è in moltissimi casi un prodotto di alto pregio che vanta ben 48 varietà con certificazione di origine DOP o IGP, che rappresentano il 40% della categoria in Europa.
Il presidente di Unaprol, David Granieri, ha evidenziato che le imprese del settore olivicolo italiano, sono spesso escluse da numerose ed emergenti opportunità di mercato e l’affermazione della cultura enogastronomica italiana ha avuto felici effetti anche nel mondo EVO. Ad esempio nell’export la quota destinata ai mercati stranieri per talune denominazioni ha raggiunto fino al 50% o al 70%. Nel settore turistico, si sta affermando sempre di più l’oleoturismo, ovvero tutte quelle attività finalizzate alla conoscenza dell’olio d’oliva e del suo territorio, espletate direttamente presso i luoghi di produzione.
Tante, quindi, le opportunità di crescita e di sviluppo, ma all’appuntamento mancano ancora molte imprese. La ridotta superficie media aziendale delle imprese olivicole italiane testimonia, assieme all’elevato numero di frantoi, un’estrema frammentarietà della produzione italiana.
PERCHÈ IL LAZIO?
La produzione e il marketing dell’EVO rappresentano un patrimonio importante per il Lazio. La coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio rappresentano una delle principali attività del territorio: l’olivicoltura del Lazio interessa circa a 86mila ettari di superficie, di cui l’81% in collina, il 15% nelle montagne interne e solo il 4% in terreni di pianura. I frantoi sono oltre 300 tra aziendali e interaziendali, con una produzione di olio d’oliva che supera le 20mila tonnellate annuali. Il Lazio si colloca tra le 5 principali regioni italiane nella produzione nazionale di olio di oliva e vanta anche una interessante biodiversità.
Quattro sono le DOP fino ad oggi riconosciute sul territorio laziale: Sabina, Canino, Tuscia, Colline Pontine. C’è inoltre il riconoscimento IGP Olio di Roma presentato da O.p Latium e sostenuto proprio dal Consorzio olivicolo italiano Unaprol e da Coldiretti Lazio. Otto invece gli oli extravergini monovarietali censiti tra le produzioni agroalimentari tradizionali della regione (PAT): Carboncella, Ciera, Itrana, Marina, Olivastrone, Rosciola, Salviana e Sirole. Un’importante produzione anche per le Olive da Tavola con l’Oliva di Gaeta DOP.
PERCHÈ ITS AGROALIMENTARE?
Quando Unaprol, Coldiretti Lazio ed Evooschool hanno pensato alla formazione di una figura chiave come quella dell’EVOlogo, hanno voluto puntare su una formazione altamente specializzata che comprendesse oltre ad una salda preparazione teorica, un importante approccio esperenziale. La scelta quindi è approdata su un percorso della Fondazione ITS Agroalimentare che da ormai 10 anni forma figure professionali che affiancano le aziende e professionisti del settore già durante il percorso formativo.“Queste imprese necessitano del supporto di figure professionali molteplici quali agronomi, esperti commerciali, consulenti di marketing e comunicazione; per questo serve una figura di raccordo che risulti strategica nel delineare l’affermazione di un prodotto” spiega Laura Castellani, responsabile didattico dell’ITS Agroalimentare. “La proposta nel settore olivicolo-oleario di una figura professionale specificamente orientata alla qualità e alla commercializzazione del prodotto (come ad esempio l’enologo del settore vitivinicolo), nonché al perseguimento della competitività e della sostenibilità, è l’obiettivo di questo programma formativo”.
Il percorso riconosciuto dal MIUR ed equivalente ad un V livello europeo, avrà una durata biennale (1000 ore di formazione in aula e 800 di tirocinio in azienda) e rilascerà la qualifica di “Tecnico Superiore per la valorizzazione e la competitività delle imprese della Filiera Olivicola-Olearia e delle Olive da Tavola”
Per avere maggiori informazioni è possibile consultare il sito dell’ITS Agroalimentare
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