La crisi provocata dalla pandemia ha colpito duramente i microbirrifici, che hanno una storia di passione e successo in Italia. Importante ricordarlo nella prima Giornata nazionale della Birra Artigianale, proclamata il 23 giugno da Unionbirrai a 25 anni dalla fondazione del movimento brassicolo italiano …
Un patrimonio italiano, un giacimento di imprese dell’eccellenza che va salvato e tutelato, dopo l’anno della pandemia disastroso per tutto il settore horeca. “Con i consumi in caduta dell’11,4% chiudono 100 birrifici artigianali” titola il Sole24ore, lo scorso 19 giugno, riportando il grido d’allarme di Assobirra che con il report del settore registra nel 2020 una perdita di fatturato dei microbirrifici superiore al 70%. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, un centinaio di microbirrifici l’anno scorso non ce l’ha fatta e ha sospeso le attività. Troppi – nota il quotidiano – se si considera che in Italia si contano 756 birrifici tra quelli piccoli e quelli piccolissimi, per un totale di 523mila ettolitri prodotti e 3mila persone occupate.
Ecco perché è importante ricordare il valore del comparto nel festeggiare 25 anni di lotte, di lavoro e di sviluppo, con la Giornata Nazionale della Birra Artigianale, organizzata dall’associazione del movimento brassicolo italiano, che nel 1999 aveva dato vita a Unionbirrai.
L’Italia inizia a produrre birra artigianale a partire dal 1994, ma è solo dopo il 2012 che le imprese del settore avviano l’espansione. Secondo il rapporto 2015 dell’Osservatorio Altis–UnionBirrai nel triennio 2013-2015 le imprese del settore aumentano del 143% rispetto al triennio precedente e la produzione media per birrificio passa dai 450 hl/anno ai 622 hl/anno.
A contribuire all’affermazione è anche il D.M. n. 212 del 5 agosto 2010, dove finalmente la birra viene riconosciuta come “prodotto agricolo” e non più bevanda. Questo immediatamente agevola l’accesso a finanziamenti e consente di adottare un regime fiscale agricolo, nel caso in cui il 51% delle materie prime necessarie alla produzione provenisse dall’azienda agricola.
E’ poi del 2016 la legge che ha portato all’istituzione della denominazione di birra artigianale come “birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”.
In questi anni l’associazione si spende in azioni di tutela e promozione del comparto organizzando alcuni fra i più importanti eventi dedicati alla birra e ai prodotti gastronomici. Solo il 4 aprile 2017 però Unionbirrai riesce a costituirsi come vera e propria Associazione di Categoria, a salvaguardia dei piccoli produttori indipendenti di birra italiani. E con il riconoscimento arrivano supporto e assistenza normativa e logistica, i contributi ai processi legislativi e i tavoli tecnici necessari all’adeguamento normativo relativo alla produzione di birra.
Ma il punto è che intanto, in questi stessi anni, il prodotto piace, il passaparola è forte, la birra artigianale si impone nei locali, sulle tavole. Nel belpaese, così attento al mangiare bene, la birra artigianale sembra la naturale evoluzione di una riscoperta di sapori autentici e ricercati. Negli ultimi 10 anni la birra artigianale vede un aumento in volumi del 35%, collocando l’italia al 9° posto in Europa per produzione. Cresce, il settore con l’evolversi del consumo. Il successo del mondo foodies elegge tra i suoi simboli proprio la birra artigianale. La scelta di un prodotto di piccolo o micro birrificio diventa trendy.
In epoca pre-covid – cioè nel 2019 – la produzione di birra in Italia passa in un anno da 16,4 a 17,2 milioni di ettolitri (di cui 3,5 milioni destinati all’export). Una crescita frenata bruscamente dal crollo dei consumi che ha colpito tutto il settore della birra. Durante il lockdown le bottiglie acquistate nella Gdo sono aumentate del 4% ma non sono riuscite a compensare il crollo del 35% dei consumi nei locali pubblici.
Ecco perché diventa particolarmente significativa la data del 23 giugno per la Giornata Nazionale della Birra Artigianale che, scegliendo un giorno di inizio estate per festeggiare all’aperto, celebra pure un ritorno alla (quasi) normalità e una stagione tutta mirata alla ripresa.
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